Wednesday, August 24, 2011

CINICO ADDIO (7)

Lucio? che nome... raro, disse Ines, però le si addice, continuo', si, ha una faccia da Lucio! e scoppiò a ridere, di nuovo quella pioggia di primavera nelle orecchie, di nuovo quel brivido lungo la schiena, di nuovo quella sensazione calda nella pancia, oddio cosa succede?
Vuole un passaggio? disse la ragazza sedendosi al posto di guida, No,no, grazie, rispose lui devo andare qui vicino, faccio due passi. Allora grazie ancora e arrivederci. Mise in moto e se ne andò.
Lui rimase lì come un ebete a domandarsi perchè avesse risposto a quel modo, perchè non aveva colto l'occasione di starle un pò vicino. Riprese a camminare lento, rientrando nel suo nuovo abito mentale. Trovare da dormire era la priorità, bisognava trovare qualcosa di meglio dei cartoni nel parcheggio dell'Esselunga. Uscì dalla stradina e si guardo' intorno, a sinistra il centro, a destra periferia: scelse la periferia e camminò per almeno tre quarti d'ora senza vedere nessuna possibile sistemazione e si accorse di essere stanco. Si sedette su uno scalino e cercò le sigarette: pacchetto vuoto. Altra tasca, soldi: tredici euro... tabaccaio o scrocco? SCROCCO. Attese paziente che passasse qualcuno fumando e, per la prima volta nella sua vita chiese: scusa, hai mica una sigaretta? Faccia dell'altro, prima stupita, poi infastidita, poi... miracolo, toh! fuma va! Il tizio gli lanciò un pacchetto, lui lo prese al volo, c'erano dentro tre muratti... sfiga nella fortuna pensò.
La sua bocca disse grazie, ma il tizio era già lontano. La muratti sembrava buonissima, e se la fumo' con gusto, trattenendo il fumo nei polmoni. Alzandosi dallo scalino si accorse che la scala continuava e, dopo una decina di scalini faceva un angolo a sinistra, salì e, girato l'angolo c'era un'altra rampa che saliva verso un cancelletto chiuso ed arrugginito. Dall'altra parte scalini ed una porta chiusa con un catenaccio, pieno di ruggine pure lui. Un calcio sbloccò il cancelletto, una spallata decisa fu sufficiente per scardinare il catenaccio. Dentro odore di muffa, di chiuso ma non c'erano immondizie per terra. Una finestra con le ante interne, come si facevano una volta, era chiusa con il chiavistello dall'interno, sbirciando dalle fessure vide che dava su un cortile interno di una casa di ringhiera, ingombro di ferraglie, termosifoni vecchi, pezzi di grondaia ed altre amenità. sulla destra un corridoio... In fondo, buio.
Frugando in tasca trovò l'accendino, percorse un breve tratto e trovò una scala, scendendo arrivò nel cortile che aveva intravisto dalla finestra, in una delle cataste di masserizie vide una vecchia rete da letto, non senza fatica la liberò dal mucchio e realizzò che era sufficientemente integra per essere meglio del pavimento del parcheggio, la trasportò nella stanza sistemandola lontano dalla finestra, la coprì con dei cartoni asciutti e si distese per provare, il letto improvvisato reggeva, chiuse gli occhi e crollò in un sonno di piombo.