Thursday, October 19, 2006

Malattia, influenza di stagione, dolori alle ossa e tutto il resto.
Niente lavoro. Obbligatorio stare a casa.
Una volta, fantasticando di vacanze, cercavamo di immaginare il posto ideale:
Non fare niente, stare a letto, non cucinare, essere serviti e riveriti, nessuna confusione, pace e tranquillita' ... ci venne in mente all'unisono: L'OSPEDALE !
C'e' qualcosa nell'imprevisto della malattia, una specie di franchigia dagli impegni e dai doveri, una riminescenza infantile di quando, sul divano, sotto il plaid rimboccato dalla mamma, si beveva il te' caldo, il tempo era fermo, pietrificato in quei gesti semplici che ti facevano sentire sicuro, protetto, amato, padrone del mondo.
Normalmente sono quattro giorni, due dei quali dolorosi, gli altri si portano l'eco del malessere fino alla prima doccia dopo la febbre, quella che lava via la malattia e ti restituisce alle tue incombenze.
Ma in quel breve scampolo di tempo che ti viene restituito mentre tossisci torna la percezione chiarissima di come una giornata sia lunga, di quante cose si possono leggere, vedere, pensare, di come ti sei venduto il tempo e la vita
per quattro soldi di merda.