Friday, December 21, 2007

CINICO ADDIO (5)

Dopo un bel quarto d'ora gli portò l'acqua ed un bicchiere informandolo che c'erano gnocchi al pomodoro, minestrone e risotto alla milanese, di secondo pollo arrosto con patate, roast-beef freddo e cotolette. Scelse i gnocchi e chiese del pane. Voleva riempirsi bene e vedere se riusciva a saltare la cena per risparmiare. Il pane era di gomma ed il pomodoro acido ma la fame era tanta e mangio' lo stesso, lentamente, ragionando su ogni boccone, masticando piano e con metodo.
Nel frattempo erano arrivate altre persone, impiegati probabilmente, abituè del posto che salutarono calorosamente il proprietario e occuparono il loro solito tavolo. Quattro uomini ed una donna sui trenta bella, armoniosa nelle forme e con un bel sorriso. La fortuna volle che lei si sedesse praticamente di fronte a lui e quindi poteva guardarla senza farsi notare troppo. Scelse di rallentare il ritmo per prolungare quel momento, addirittura chiese il caffè e, mentre aspettava osservò meglio. Occhi scuri, quasi neri, zigomi alti , capelli neri lisci, ben curati, una bella personcina insomma. "Parla, voglio sentire la tua voce" pensava intensamente, ed ecco, come se lo avesse sentito, lei disse: "voi come al solito non capite nulla delle donne ! " e poi rise, fresca come la pioggia di Aprile. Il timbro della voce era come la sua immagine, armonioso e caldo. Si sorprese nell'accorgersi di quanto era colpito da lei, e si sorprese anche nel desiderare che qualcuno dei colleghi la chiamasse per nome.. " Come ti chiami, come ti chiami, come ti chiami ! " . " Ines ! te la pago io la coca-cola ! " disse uno degli uomini . Incredibile, bastava desiderare qualcosa che la riguardasse e questo succedeva, INCREDIBILE INES !

Tuesday, October 23, 2007

CINICO ADDIO (4)

Mentre rifletteva su cosa fosse realmente necessario per poter dichiarare con certezza di esistere, tolse scarpe e calze, la sensazione di liberta' si diffuse dalle piante dei piedi a tutto il corpo, la frescura dell'erba umida riempi' anche la testa, partecipava, attraverso quell'inedito contatto con il prato sotto la panchina, all'esistenza del mondo. Si allungo' sulla panchina e chiuse gli occhi, nessun impegno, nessun obbligo, nessun futuro... nirvana puro, pochi violentissimi istanti di liberta' totale.
Gli restavano circa ventitre euro: oggi non avrebbe avuto problemi a mangiare, si rimise scarpe e calze, accese una marlboro e si incammino' verso il centro, intanto si erano fatte le undici e trenta, un'altra riflessione si affacciava alla mente: si era svegliato poco prima delle sei del mattino, quelle cinque ore erano volate, ed erano state solo sue, possibile che il prezzo da pagare per stare con se stessi fosse cosi' alto? Che si dovesse rinunciare ad ogni cosa, ad ogni rapporto, per poter assaporare la compagnia di se stesso ?
"TAVOLA CALDA - APERITIVI" L'insegna aveva un bel colore blu con caratteri gialli ed era pulita, ne venne catturato ed entro' nel locale. Era ancora presto, non c'era nessuno ma il profumo di cucina era forte e quasi familiare. L'uomo dietro il banco non fu contento di vederlo ma fu normalmente cortese: DICA ! " Posso mangiare ? " C'E' DA ASPETTARE" "Aspetterò, posso sedere ? " "SI ACCOMODI" disse l'uomo indicando il tavolo piu' defilato della sala.
"VUOLE BERE QUALCOSA INTANTO ? " Nella mente gli girarono due rapidissimi conti: Un primo non poteva costare meno di cinque euro, il coperto glielo avrebbe fatto pagare salato per essere sicuro che non sarebbe tornato... scelse di bere mezza minerale e affondo' il quarto di vino nella parte piu' remota della memoria della vita precedente. Tutto questo procedimento mentale duro' un centesimo di secondo... "Mezza minerale gasata, grazie"

Saturday, October 13, 2007


Quattro aprile duemilaquattro


Necessariamente segreto.

Che silenzio, che notte normale.

Luci basse, respirare, pensare leggeri.

Un po' di vento in corridoio informa che non e' ancora estate... bene.

Come si fa a raccontare un segreto,

come si comincia a fare finta di non volerlo dire?

Spinge, scalcia, punzecchia il cervello a tradimento..

rivendica vita leggera anche per se stesso.

E tu fuori a tenere, resistendo allo stremo per non cedere.

Se ne parli lo perderai, se implori non serve.

Sono carezze, calore, battaglia,

parole sbiadite del secolo scorso, emozioni retro'...

Bravo, taci anche questa volta.

Wednesday, October 10, 2007




CINICO ADDIO (3)

Una volta in piedi non poteva piu' trattenersi, svuoto' la vescica seminascosto dietro un furgone Esselunga e si senti' subito meglio.
Alzando la testa si vide riflesso nel vetro posteriore del furgone, non assomigliava gia' piu' all'immagine si se stesso che aveva in mente: barba lunga, occhiaie scure, anche l'espressione era cambiata, la scelta cominciava a fare effetto, la trasformazione aveva inizio.
Supero' con fatica l'inferriata della rampa e si incammino' verso il centro citta', i piedi cominciavano a soffrire la permanenza forzata all'interno delle scarpe ed il passo ne risentiva, ecco spiegata finalmente l'andatura barcollante dei senza fissa dimora: i piedi fanno subito male e le scarpe diventano una tortura anche dopo le prime ventiquattro ore...
FAME !
La pancia rivendicava l'osservanza delle abitudini della vita precedente: dopo il risveglio mangiare !
Infilo' meccanicamente la mano nella tasca posteriore, prese il portafoglio, dentro c'erano ventisette euro e degli spiccioli. Sull'altro lato della strada c'era una panetteria aperta, attraverso' e sotto gli occhi preoccupati della giovane panettiera compro' mezzo litro di latte ed un pezzo di focaccia salata: tre euro e settanta. Usci' sentendo lo sguardo ostile sulla nuca e cerco' una panchina. Mangio' avidamente mentre la citta' si metteva in moto e l'aria si riscaldava, faceva uno strano effetto non dover andare da nessuna parte, non avere un orario da rispettare, era un po' come non esistere.

Tuesday, October 09, 2007

CINICO ADDIO (2)

5 e 43 , ancora buio, il camion degli spazzini brontola sordo in fondo alla strada, freddo fin nelle ossa, il cartone recuperato ieri sera e' fradicio di umidita' ed i vestiti anche.
Come prima notte della nuova vita non c'e' male, era dovuto tornare indietro verso la citta' scoprendo la popolazione della notte all'aperto, gente molto piu' avanti nel percorso, con esperienza e cinismo ben piu' brutali di quanto lui avesse immaginato e desiderato raggiungere.
Il primo ceffone lo aveva preso da una mano con accento siciliano che era emersa dal buio del cubicolo del bancomat nel quale credeva di potersi rifugiare, non c'erano state spiegazioni o convenevoli: VAFFANCULO LONTANO DI QUI !
Le possibilita' successive le aveva studiate da lontano almeno finche' il dolore della sberla non era passato poi, con audacia, scavalco' la bassa ringhiera della rampa del parcheggio Esselunga e nel buio trovo' l'angolo cieco senza vento dove si era sistemato, dormi' seduto ad intervalli di dieci minuti, aprendo occhi e orecchie ad ogni rumore.
5 e 54, dice l'orologio digitale sull'ingresso del parcheggio, "ho fame !" dice la pancia con voce profonda, "lavami !" dice la faccia unta dal sonno e dallo smog umido della notte, "devo pisciare ! " dice la vescica gonfia a dismisura.
Tre cose banali fino a ieri mattina oggi invece ...

Monday, October 08, 2007

CINICO ADDIO

Era d'autunno ma faceva ancora caldo, lui non sentiva la fame e la fatica,
camminava con calma, occhi bassi e mani in tasca.
Camminava da tre ore e non sapeva piu' dove fosse finito,
la citta' l'aveva inghiottito sul serio, nulla di quanto vedeva gli era famigliare.
Tanto ormai che importanza poteva avere ? Aveva deciso, si sarebbe abbandonato al destino, non sarebbe mai piu' intervenuto sulla sua vita. Se frustrazione deve essere, aveva pensato, che lo sia fino in fondo. Lasciamo che la ragione si appanni, che il rispetto per se stessi si perda nelle pieghe della camicia non lavata e nei buchi delle scarpe. Barba lunga, occhi vuoti, camminare senza vedere, vedere senza pensare, liberi da ogni retaggio, da ogni convenzione. Essere quello che si vede: una persona vinta, consunta, docile al destino.
Restava un difetto nella sua nuova vita: a volte alzava lo sguardo a cercare qualcuno, qualcosa, un segno di benevolenza del mondo che potesse restituirgli la voglia di avere cura di se stesso e questa debolezza lo irritava, accadeva all'improvviso, si sorprendeva a scrutare le case, le persone, le vetrine cercando conforto, calore, vita.
Era un desiderio che voleva annientare con cinico disprezzo di se stesso.
Senti' freddo, la citta' era finita senza avvisare, finito l'asfalto, finiti i palazzi, anche l'odore dell'aria era diverso, piu' umido ed invadente. Accese una delle tre marlboro rimaste e fumo' come se nulla stesse accadendo, come se fosse una delle migliaia di sigarette fumate senza pensare all'essenza di quel gesto che d'ora in poi sarebbe stato sempre piu' raro e profondo.
Non aveva previsto dove dormire e questa consapevolezza lo riporto' alla realta' : prima paura poi cinico disprezzo della sua mollezza. DORMIRAI SE POTRAI E DOVE POTRAI !

Thursday, June 28, 2007



Ecco, e' successo.Si e' rotto l'incanto, lasci un lavoro che conosci, che hai creato sudando e soffrendo e non rimane nulla. Non ti danno piu' niente da fare. Li guardi e sono estranei, compresi nel loro lavoro non hanno tempo per te. Paura. Brividi giu' per la schiena. Sensazione sconosciuta: come avere quindici anni e andare al lavoro per la prima volta..peccato che di anni ne hai quarantanove. E se stesse cominciando la discesa ? Chi pensera' alle bambine ?chi mi dara' da lavorare ? Oddio, ti hanno fregato, Oddio non fatemi questo, questo no ! Non toglietemi il lavoro, non toglietemi l'unica dignita' che posso avere ! Paura. Paura. Paura. Il cervello e' vuoto, non so cosa dire o fare.Non mi ricordo niente, e' come se insieme al lavoro mi avessero tolto la testa. Oggi non ho ricevuto nemmeno una e-mail, e soltanto telefonate alle quali dovevo rispondere che non devono piu' chiedere di me. Mi sto uccidendo da solo. Sto cancellando da solo la mia identita'.Stupido, stupido, stupido, non dovevi accettare, non ci dovevi credere, non poteva essere vero, non potevano dare un premio a te. Nessuno ti ha mai premiato perche' doverebbero farlo loro che sono i peggiori che hai mai conosciuto ??Perche' ti sei fidato ? Adesso dovrai scappare via, ricominciare ancora una volta. Mi viene da piangere... forse lo faro', da solo, seduto sul cesso, con la pancia di fuori e l'angoscia di dentro. Diciassette e trentuno, diciassette e trentuno, diciassette e trentuno... non passa il tempo. Fino a due giorni fa non bastava mai, adesso sono sempre le diciassette e trentuno. E quando passa questa mezz'ora ? E domani ? Tutta la giornata quanto durera'? E se mi licenzio ? Ridatemi il lavoro ! RIDATEMI IL LAVORO !!!

Monday, May 28, 2007

Se solo tu facessi un gesto, basterebbe.
Se tu, semplicemente, dicessi la verita',
sarebbe tutto piu' facile.
Io non riesco ad andare avanti,
sono alla corda, sul nervo scoperto che brucia.
Abbi coraggio, liberati di me, non diro' nulla,
non faro' nulla di cattivo ma almeno liberami.

Saturday, May 26, 2007

Non me lo ricordo piu' cosa si prova ad avere una vita propria.
So che è possibile, so che mi è successo di essere in quella condizione
ma oggi non mi ricordo. Immagini opache, come di raccontato e non vissuto.
Se capita di avere un po' di tempo libero, non so che fare, se esco a fare una passeggiata
la citta' non mi piace, la gente mi infastidisce, sono antipatico.
Sindrome deviante. Assuefazione al controllo esterno. Panico.
Come da ragazzo, mal di vivere, fatica nella nebbia, obiettivo sopravvivere.
Non è una grande soddisfazione ..
Manca sempre la stessa cosa, quella che non si chiede, non si mendica, non si ruba nè si impone, non si nomina.